Gli Italiani sono dei Food Nazi?

Cronaca di Italiani eccessivamente orgogliosi della propria cultura alimentare all’estero. Anatomia dei Food Nazi.

Diciamocelo, gli italiani sono orgogliosi della loro cultura alimentare perché sanno bene che la pasta, la pizza e il gelato sono davvero irresistibili per chiunque. E poi, onestamente, chi potrebbe resistere a una bella grigliata di carne accompagnata da un bicchiere di buon vino?

La cucina italiana è stata sviluppata e raffinata nel corso dei secoli e ha una grande varietà di piatti regionali che riflettono la diversità culturale e geografica del paese. Oltre a essere famosa in tutto il mondo per la sua semplicità e è anche riconosciuta per la qualità degli ingredienti utilizzati.

La cultura alimentare del bel paese ha radici profonde nella storia e nella tradizione. La cucina italiana è stata infatti influenzata dalle cucine etrusche, romane e greche, così come dalle influenze delle altre popolazioni che hanno attraversato l’Italia nel corso della storia.

A promuoverla e valorizzarla in tutto il mondo ci hanno pensato molti chef e ristoranti italiani di successo. La cultura alimentare italiana ha anche contribuito alla promozione del turismo, con molti visitatori che desiderano assaggiare la VERA cucina italiana durante il loro soggiorno.

Gli italiani sono orgogliosi della loro cultura alimentare perché essa rappresenta un patrimonio storico, culturale e gastronomico che è stato tramandato di generazione in generazione, ed è apprezzato in tutto il mondo per la sua qualità e varietà.

Questo grande orgoglio degli italiani per la loro cultura alimentare tuttavia, quando gli italiani viaggiano all’estero o si trasferiscono in un altro paese, può farli trovare in difficoltà ad adattarsi ai nuovi sapori e alle nuove abitudini culinarie.

Il fenomeno degli Italian Food Nazi nasce qui

Ciò non significa necessariamente che tutti gli italiani si lamentino sempre del cibo all’estero, ma piuttosto che a volte possono sentirsi un po’ delusi dalla mancanza di autenticità o di qualità del cibo che trovano fuori dall’Italia. Ad esempio, possono trovare difficile trovare una buona pizza o un buon caffè all’estero, o possono notare differenze nell’uso degli ingredienti o nella preparazione dei piatti rispetto a come sono abituati in Italia.

Chi sono i Food Nazi?

Secondo l’ Urban Dictionary, un Food Nazi è :

Uno che insiste nel dettare come gli altri dovrebbero chiamarsi in base alla loro dieta. Il nazista del cibo di solito è molto insicuro e si sforza disperatamente di appartenere a un gruppo di persone “elite” (di solito vegetariano o vegano), costringendolo a cercare di escludere quante più persone possibile da quel gruppo, ricorrendo a insulti umili e immaturi.

Urban Dictionary

Questa definizione è palesemente molto forte ma da qui si può partire con un ragionamento sull’atteggiamento di alcuni connazionali nell’ergersi a profeti della cultura alimentare nel mondo.

NOTA BENE: Ovviante in questo caso si parla di elite su base ironica e non si giustifica nessuna forma di violenza. La definizione di Food Nazi è infatti ripresa da quella di Grammar Nazi , ovvero coloro ossesionati dal correggere con piglio saccente, gli errori grammaticali degli altri.

Made in Italy

All’origine dell’origine dei Food Nazi, c’è un grande attaccamento alla tradizione italiana e al Made in Italy.

Come spiegato in questo articolo del Blog My Dear Italia, il Made in Italy è qualcosa di estremamente importante per noi italiani. Un chiaro esempio di questo è il significato da noi attribuito al logo “Made in Italy”. In un’economia che fatica molto in questo Paese, il cibo italiano è una risorsa preziosa in termini di reddito e di imagine. Quindi quando ci aggiriamo tra gli scaffali dei supermercati esteri e li vediamo stracolmi di articoli che il 99% delle volte dichiarano falsamente di origine italiana, ci infuriamo decisamente. Si tratta di concorrenza sleale ed è un disservizio per i nostri produttori. Ognuno è sicuramente autorizzato a produrre e vendere la propria versione dei piatti italiani, ma poi dovrebbero togliere loro la bandiera italiana e il logo “made in Italy”.

Cari produttori stranieri, non pretendete che le vostre polpe di pomodoro vengano dall’Italia, quando non hanno visto il Belpaese nemmeno attraverso una cartolina.

My Dear Italia

L’Italia è nota in tutto il mondo per la produzione di prodotti di qualità. L’attenzione per i dettagli, la passione per l’estetica e l’innovazione tecnologica sono solo alcune delle caratteristiche che contraddistinguono il “Made in Italy”.

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Quando uno straniero ci parla con ammirazione di quanto sia un grande estimatore di cucina, moda, cultura, automobili o sport italiani in fondo ci fa davvero piacere. Dopo tutto Il “Made in Italy” è importante per gli italiani perché rappresenta un’identità nazionale molto forte e distintiva, legata all’eccellenza nella produzione di prodotti di alta qualità, sia nel settore dell’artigianato che in quello dell’industria.

Finti Cibi Italiani

Sì, non è un segreto che ci siano finti cibi italiani nei supermercati stranieri. In molti paesi, l’Italia è famosa per la sua cucina, e molte aziende straniere cercano di capitalizzare su questa fama creando prodotti alimentari che sembrano italiani ma che in realtà non lo sono. Insomma, il brand Italia aiuta a vendere, perlomeno a chi non è italiano.

Questi prodotti possono includere pasta, sughi per la pasta, formaggi, salumi e altri alimenti che sono comunemente associati alla cucina italiana. Tuttavia, spesso questi prodotti sono realizzati utilizzando ingredienti di qualità inferiore o usando tecniche di produzione che non sono tipiche della tradizione culinaria italiana.

Per chi se lo sia perso, qualche tempo fa avevo appunto ironizzato sul tema scrivendo un post sulla pizza alla milanese che avevo trovato in un supermercato tedesco. Anche se per essere onesti, spesso sono gli Stati Uniti ad essere i veri maestri nel cibo fake italiano.

Un vero Food Nazi ovviamente non si lascia scappare l’occasione di ironizzare su questo tema e spesso infatti è possibile trovare sui social media post divertenti sul tema.

PER CHI NON E’ PRATICO, ECCO UNA LISTA DEI PIU’ FAMOSI FINTI CIBI ITALIANI:

  • Fettucine Alfredo
  • Spaghetti and Meatballs
  • Pizza Pepperoni
  • Salsa Marinara
  • Chicken Parmigiana
  • Italian Salad Topping
  • Vari prodotti con salsa Bolognese

NEL CASO SIATE CORAGGIOSI, QUI POTRETE TROVARNE QUALCUNO

La Pizza e i Food Nazi

Nel paragrafo precedente ho volutamente evitato di menzionare la nemesi dei Food Nazi, che ovviamente merita un paragrafo a sè stante.

Per gli italiani la pizza è un tema molto delicato. Per chi mi legge da Napoli o dalla Campania è un tema delicatissimo. Gli italiani sono iper critici su questo tema e ovunque si trasferiscano nel mondo, cercare una pizzeria di fiducia è una priorità.

Ad onor del vero, trovare pizzerie buone non è una missione molto complicata. Negli anni l’Italia ha infatto esportato un numero considerevole di pizzaioli. Molti di loro,oltre a lavorare per altri, molto spesso hanno aperto le loro attività con grande successo e sono diventati punti di riferimento per le comunità italiane all’estero.

Tuttavia, per una questione di adattamento ai mercati locali spesso sono nate varianti della pizza tradizionale italiana che non spesso non vengono approvate dai Food Nazi del bel paese. La pizza americana è senza dubbio la variante più conosciuta al mondo della pizza italiana tradizionale.

La pizza americana ha una crosta spessa e soffice, spesso cotta in un forno a legna, che conferisce alla crosta un sapore affumicato. La crosta è solitamente coperta da un sugo di pomodoro dolce e spesso ha una grande quantità di formaggio fuso sulla parte superiore. La pizza americana è anche molto variata nella scelta dei condimenti. Oltre alle classiche opzioni come la pepperoni, la mozzarella e i funghi, sono molto popolari anche le combinazioni più insolite come il pollo al barbecue, l’ananas o il jalapeno. Inoltre, molti ristoranti di pizza americana offrono anche opzioni di crosta ripiena, che includono formaggio, carne o altri ingredienti all’interno della crosta stessa.

La pizza pepperoni è una delle pizze americane più conosciute che ha come ingrediente principale il salame piccante chiamato “pepperoni”. Il nome “pepperoni” in italiano si riferisce invece ovviamente all’ortaggio, generando dunque confusione per gli italiani che non capiscono perchè non la si possa chiamare diavola. Il perchè questa pizza si chiami così non è dato a sapersi ma potrebbe essere che il salame “pepperoni” è fatto di carne di maiale e manzo, ed è aromatizzato con peperoncino, paprika e altre spezie.

Il nome di questa pizza lascia spesso spiazzati gli Italiani, Food Nazi o no. Tra l’altro mi è capitato spesso di vedere degli stranieri ironizzare sulla nostra tendenza a gesticolare, muovendo la mano e dicendo pepperoni.

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Quando si parla di pizza però ne esiste una che fa infuriare i Food Nazi (e non solo) più di tutto il resto.

Si tratta della cosiddetta pizza “Hawaii”.

La pizza hawaiiana è una pizza che contiene ananas e prosciutto come ingredienti principali. Questa pizza è stata creata negli anni ’60 dal pizzaiolo canadese Sam Panopoulos, che gestiva un ristorante a Chatham, nell’Ontario. La storia racconta che Panopoulos era alla ricerca di un nuovo tipo di pizza da offrire ai suoi clienti, e decise di sperimentare l’abbinamento di ananas e prosciutto, che gli sembrava un accostamento interessante e dal sapore piacevole.

Inizialmente la pizza hawaiiana non ebbe un grande successo, ma poi divenne popolare in tutto il Nord America e nel mondo intero. Questo è successo grazie anche alla diffusione della catena di ristoranti Pizza Hut, che cominciò a offrire la pizza hawaiiana tra i suoi menu. Nonostante la pizza hawaiiana abbia suscitato molte controversie e dibattiti in Italia, rimane una delle pizze più amate in tutto il mondo. Alcune persone adorano l’accostamento dolce-salato dell’ananas e del prosciutto, mentre altre lo trovano un po’ troppo stravagante per i loro gusti. In ogni caso, la pizza hawaiiana rimane una delle varianti più conosciute e apprezzate di pizza al mondo.

In Italia la pizza Hawaii è un taboo, non solo per i Food Nazi. I ristoratori si negano a inserirla nei propri menu e a prepararla e nel caso lo facessero questo sarebbe percepito come indice di poca qualità da parte dei clienti. Gli stranieri ne sono consapevoli e spesso ironizzano, come potete vedere qui, su questo fatto.

Il video qui sotto rende un po’ l’idea di quanto sia discriminata in Italia la pizza Hawaii.

Personalemente non è la pizza di mio maggiore gradimento, ma dopo averla provata posso dire che non sia nulla di così terribile. In ogni caso mi è capitato di ricevere numerose battute al riguardo e una volta degli amici mi hanno pure fatto uno scherzo comprandomene una.

La Pasta e i Food Nazi

La pasta è un alimento molto importante per gli italiani per diversi motivi. Innanzitutto, la pasta fa parte della cultura alimentare italiana da secoli e ha una forte connotazione simbolica e identitaria. Inoltre, la pasta è un alimento versatile e nutriente che può essere preparato in molti modi diversi, adattandosi alle esigenze e ai gusti di ogni individuo.

La pasta è un elemento fondamentale della dieta mediterranea, un modello alimentare sano e equilibrato che è stato associato a numerosi benefici per la salute. Per tutti questi motivi, la pasta è un cibo molto amato e diffuso in Italia, che rappresenta una parte importante della cucina e della cultura del Paese.

Insomma, la pasta è un vera pietra fondante della cultura italiana. I Food Nazi lo sanno e ne difendono la tradizione quando sono all’estero. Serve dunque che alcune regole vengano rispettate quando si tratta di avere a che fare con la pasta. Ne ho aggiunte alcune qui sono ma probabilmente ce ne saranno altre.

  • Gli spaghetti non si spezzano
  • Mai mettere il formaggio in piatti con il pesce
  • La pasta si mette nella pentola quando l’acqua sta già bollendo
  • La pasta è un piatto principale, non un contorno
  • Mai aggiungere salse come Ketchup o Maionese alla pasta
  • Non mettere la panna nella Carbonara

Gli stranieri sono divertiti da queste nostre fissazioni sulla pasta al punto tale che giocando su questo diversi content creator hanno avuto un discreto successo. Per esempio, Carlo and Sarah hanno praticamente creato un seguito con video di lei che provoca lui, giocando con le nostre fissazioni sul cibo.

I Food Nazi e il caffè

Bisogna ammetterlo, gli italiani sono così schizzinosi sul caffè perché non vogliono semplicemente bere una tazza di liquido marrone amaro, ma vogliono godersi un’esperienza sensoriale completa. Vogliono gustare ogni aroma, percepire ogni sfumatura di sapore e ammirare l’aspetto del caffè servito con cura e precisione nella tazzina. Insomma, per gli italiani il caffè non è solo una bevanda, ma un’arte da apprezzare e ammirare.

Gli italiani sono molto schizzinosi sul caffè perché hanno una grande attenzione alla qualità degli ingredienti, alla preparazione e alla presentazione. Per gli italiani, un buon caffè deve essere fatto con una miscela di caffè di alta qualità, macinato al momento, e deve essere preparato con la giusta pressione e temperatura dell’acqua. Inoltre, la tazzina in cui viene servito il caffè deve essere pulita, riscaldata e di dimensioni adeguate.

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Gli italiani amano bere il caffè in compagnia, spesso al banco del bar, dove si incontrano amici, colleghi e conoscenti per socializzare e scambiarsi chiacchiere. Il caffè è un vero fattore sociale.

E’ dunque normale per un italiano all’estero sperimentare il caffè locale e lamentarsene anche se di fatto il 90% dei bar usa macchine per il caffè di fabbricazione italiana, come per esempio La Cimbali, Delonghi o Rancilio.

Uno dei caffè diffusi all’estero meno apprezzati all’estero è sicuramento quello americano. Agli Italiani non piace poichè è annacquato e perchè il caffè è considerato tale solo quando servito in una tazzina di piccole dimensioni. Non è quindi improbabile per un Food Nazi di non poter accettare che qualcuno beva un caffè annacquato da un beverone, per di più con una cannuccia. In tutto questo però non viene considerato che il caffè nei beveroni è diffuso spesso in paesi con condizioni climatiche meno miti e quindi serva a proteggersi dal freddo.

In questo contesto è comprensibile come una multinazionale come Starbucks abbia atteso molti anni prima di entrare nel mercato italiano. La società americana è infatti sbarcata in Italia solo nel 2018, iniziando da un contesto internazionale come Cordusio, in centro a Milano.

I Food Nazi e il Cappuccino

Così come per il caffè, anche il Cappuccino ha delle sue regole che vanno rispettate. Tradizionalmente il cappuccino è visto come una bevanda da consumare solo al mattino. Bere un cappuccino al mattino grazie al suo contenuto di lattosio e grassi del latte può fornire una sferzata di energia per il resto della giornata.

Vedere bere un cappuccino lontano dalla colazione genera al Food Nazi indignazione. All’estero non sono però al corrente di questa nostra tradizione ed è piuttosto comune che venga ordinato in qualsiasi momento della giornata. Mentre lavoravo in un ristorante mi è addirittura successo che un turista me ne chiedesse uno mentre mangiava una pizza.

I Food Nazi sui Social Network

Twitter, Instagram, Tik Tok o Facebook. I Food Nazi non disdegnano di esprimere il loro dissenso sui tutti i social media. Oltre a diversi contenuti che fanno ironia sulle abitudini culinarie altrui, molti italiani commentano con passione video e post sul cibo.

Per rendere l’idea vi invito a dare un’occhiata a questa lista di 45 volte in cui gli Italiani hanno espresso il proprio disgusto verso il cibo altrui, proposta dal blog boredpanda.

Tra i commenti più divertenti ci sono:

  • Riferimenti a nonne che non sarebbero felici
  • Associazioni tra il cibo ed insetti o fluidi corporei
  • Ironia sui sistemi sanitari altrui
  • Accuse di mettere ingredienti casuali insieme
  • E molte altre critiche fantasiose.

I Food Nazi nella cultura popolare

Uno dei film che meglio spiega il disappunto degli italiani per le abitudini culinarie diffuse all’estero è la commedia Quo Vado di Checco Zalone del 2016.

Checco Zalone interpreta un uomo che ama la sua vita comoda come impiegato pubblico. Tuttavia, quando il suo lavoro viene messo in discussione dalle riforme governative, Checco cerca in ogni modo di evitare di perdere il posto fisso. Nel corso del film, Checco attraversa diverse situazioni esilaranti mentre cerca di mantenere la sua posizione lavorativa. In una di queste si ritrova a lavorare in Norvegia dove di fronte ad un ristoratore che massacra la cucina italiana non riesce proprio a trattenersi.

Se per caso non avete visto il film vi consiglio di vedervelo.

LO TROVATE QUI

L’orgoglio per le tradizioni e la mancanza di casa

Essere orgogliosi della cultura culinaria italiana è una parte di noi e ci contraddistingue. Avere la fortuna di essere cresciuti con un’educazione alimentare di alto livello non deve però proibirci di apririci con curiosità verso le tradizioni altrui. E’ sempre giusto avere uno spirito critico ma senza dimenticare di essere comprensivi anche ironici.

Ognuno è libero di mangiare quello che preferisce. Per quanto riguarda noi italiani, siamo privilegiati .Dovunque andiamo abbiamo la possibilità di trovare prodotti della nostra terra e connazzionali pronti a farci assaporare piatti della nostra tradizione, di ottima qualità.

Autore

Alan De Ambrogi

Laureato in marketing. Ama viaggiare e conoscere nuove culture. Non è ancora un bravo blogger ... ma per favore non ditegli nulla.

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