La scorsa settimana siamo stati in vacanza in Islanda. Per questo oggi volevamo parlarvi dell’umorismo islandese. Questo tema merita una piccola premessa. Sono ormai ben 4 anni che vivo in Germania e più di una volta mi è capitato di non capire gli scherzi o le battute dei tedeschi. E credetemi, non è un problema linguistico, bensì culturale. La differenza sta proprio nel loro diverso modo di scherzare, quello che spesso viene definito “umorismo tedesco” o allargandolo anche agli inglesi (che in questo sono molto simili), “umorismo anglosassone”. Sarà capitato di certo anche a voi. Si tratta di battute che a noi italiani possono sembrare perfettamente fuori luogo, delle vere e proprie stoccate che arrivano quando meno te l’aspetti nel bel mezzo di una normale conversazione, accompagnate tra l’altro dalla totale impassibilità e serietà di chi fa lo scherzo.
Il più delle volte la nostra reazione è un silenzio imbarazzato e lo sguardo fisso su chi ha pronunciato la battuta in cerca di qualche indizio che ci faccia capire se scherzava oppure no. Ti verrebbe da dire “devo ridere?” oppure “era una battuta?”, ma spesso vi bloccate per non fare brutta figura. Alcune persone, le più suscettibili, possono persino sentirsi offese o attaccate da questo tipo di scherzo. Ecco, fino a due settimane fa pensavo fosse una caratteristica solo degli inglesi e dei tedeschi, ma poi sono stato in Islanda.
Le origini dell’umorismo islandese
Se torniamo molto indietro nel tempo e diamo uno sguardo alle origini della storia islandese, scopriamo che l’isola, inizialmente totalmente inabitata e inesplorata, è stata in seguito colonizzata dai vichinghi norvegesi ed è stata per gran parte della sua storia provincia norvegese. Forse non lo sapete, ma i vichinghi sono a tutti gli effetti popoli germanici. Questo per dire che, nonostante la distanza che li separa, islandesi e tedeschi hanno più cose in comune di quanto possiate immaginare. E tra queste c’è sicuramente anche il modo di scherzare. Solo che in Islanda “l’umorismo tedesco” è ancora più accentuato e crea un effetto ancora più straniante e imbarazzante nell’interlocutore. Vediamo il perchè in 3 punti.
1. L’umorismo islandese è più velato
L’italiano solitamente tende ad accompagnare lo scherzo con una risata o se si tratta di un messaggio, quanto meno con uno smiley, così da non essere preso troppo sul serio. I tedeschi invece hanno l’abitudine di rimanere perfettamente seri quando fanno una battuta e non sei mai sicuro se stanno scherzando oppure no. Gli islandesi in questo sono ancora più raffinati. Spesso lo scherzo si può nascondere dietro alle situazioni più impensabili. Persino un cartello informativo per turisti all’apparenza totalmente innocuo, scritto nel modo giusto, può essere oggetto di sarcasmo.

All’apparenza sembra un’innocua lista delle precauzioni da prendere quando si visita questa zona: “fai particolare attenzione quando cammini in quest’area” oppure “rispetta le barriere per la tua sicurezza” o ancora “non tirare sassi o monete nei geysir”. Man mano che scendiamo però il tono degli avvertimenti comincia a diventare più pungente, più sarcastico: “ricorda che l’acqua è a 80°-90° e scottera malamente” oppure “non testare la temperatura con le mani, brucierà”. Per poi chiudere inaspettatamente con un finale a sorpresa: “l’ospedale più vicino è a 62 km”. Lo stile è asciutto, conciso, lapidario. I turisti vengono informati con tre semplici righe che l’acqua a 90° brucia tremedamente e che il prossimo ospedale è a 62 km. A voi le dovute conclusioni.
2. Un sarcasmo ancora più pungente
Dicevamo in apertura di articolo che a volte le battute dei tedeschi arrivano come delle vere e proprie stoccate, che ai più sensibili potrebbero persino risultare offensive o comunque di cattivo gusto. Quando si tratta di argomenti legati alla morte, all’omosessualità o a tabù di altro genere, diventa “black humour” (umorismo nero) a tutti gli effetti. In Islanda questo tipo di sarcasmo dal retrogusto un pò amaro è spesso utilizzato per mettere a nudo la stupidità di alcuni nostri atteggiamenti. E a volte si tratta di macigni difficili da digerire.

Qui ad esempio si pregano i turisti di non lanciare monete nelle sorgenti di acqua calda: “alla natura non interessano i tuoi soldi. Quando getti una moneta nell’acqua bollente, stai avvelenando e contaminando l’area. Se vuoi aiutare qualcuno, dandogli dei soldi, per favore fallo”. Ancora una volta uno stile conciso e pulito ma estremamente diretto. Si parla a chiare lettere di avvelenamento, e si coglie l’occasione per tirarci in mezzo anche il tema della povertà. Il messaggio è chiaro: se hai soldi da buttare per avvelenare un sito geologico, puoi sempre usarli in modo più intelligente, facendo dell’elemosina. Estremamente educati, ma allo stesso tempo pungenti. Personalmente, suona come un pugno in faccia.
3. L’umorismo islandese controproducente
Nel 2003 uno psicologo di nome Rod Martin ha identificato 4 diversi tipi di umorismo. Tra questi, uno è quello che viene da lui definito “umorismo controproducente”, che viene descritto come il “rendersi inferiori per attirare l’attenzione degli altri”. In questo sens, è tipico degli anglosassoni il non prendersi mai troppo sul serio e saper scherzare su stessi in modo anche molto pesante. In Islanda però sono ancora una volta una spanna sopra: c’è chi riesce a trasformare delle recensioni negative su trip advisor in slogan pubblicitari, il tutto con estrema naturalezza.

“Entra e vieni a provare la peggior pizza che un ragazzo su tripadvisor abbia mangiato in vita sua”. Della serie, come reagire con stile alle critiche. Chapeau.
Conclusione
Come avete potuto vedere, l’umorismo islandese riprende quindi le caratteristiche fondamentali del tipico umorismo anglosassone (estremo sarcasmo, autoironia, black humour) ma le accentua tantissimo, portandole alle estreme conseguenze. Oltretutto, a differenza dei tedeschi, gli islandesi ne fanno grandissimo uso anche in contesti più o meno ufficiali come ad esempio le informazioni turistiche. Personalmente, vivendo stabilmente in Germania, ho avuto la fortuna di avere avuto spesso a che fare con questo tipo di umorismo ed ero in un certo senso preparato. Ma per chi non è abituato, potrebbe essere un bell’impatto. Armatevi di conseguenza.