Nagorno Karabakh – che cos’è veramente?


Tutti lo hanno sentito nominare in quest’ultimo anno, è stato alle cronache, purtroppo non le più felici, da settembre e per qualche mese non è passato giorno in cui non se ne sia sentito parlare. Parliamo del Nagorno Karabakh, quella regione storicamente ed etnicamente armena, impiantata sul suolo azero.

Il Nagorno Karabakh, simbolo del Caucaso

Siamo sinceri, chi conosceva veramente questa regione prima del 2020? Fa parte di tutti quei territori sconosciuti ad est del mar Nero, in cui sembra non succedere mai nulla, che a pensarci verrebbe da pensare: “ma davvero qualcuno ci abita in quei posti?”. Il Caucaso è così, una regione tutto sommato piccola, ma che ha dentro di sé un mix così male assortito e allo stesso bene assortito di persone diverse, etnie diverse, religioni diverse e incredibile storia che a confronto anche i Balcani sembrano una barzelletta. Il Nagorno Karabakh è un esempio perfetto per capire che cosa sia il Caucaso e oggi voglio portarvi una testimonianza diretta di questo luogo, nel quale sono stato, ovviamente si parla del 2018, forse il momento più calmo di questa sfortunata regione… la calma prima della tempesta appunto. 


Artsakh

Una piccola infarinatura generale per capire innanzitutto dove ci troviamo, di che posto si tratta e perché uno straccio minuscolo di terra, prevalentemente montuoso, poco fertile ed assolutamente povero sia così tanto ambito. 

Regione armena, ma confinate con l’Azerbaijan, l’Artsakh (questo è il suo nome ufficiale in lingua armena) è sempre stato rivendicato come “proprio” dai due stati, come d’altronde gran parte delle regioni di confine in quasi tutto il mondo. Ciò che ha portato alla questione odierna ed a tutti quegli avvenimenti riportati dalle cronache, è stata la decisione nel 1920 di Stalin di assegnare questa regione al controllo azero, essendo stato il Caucaso, territorio sovietico. Senza analizzare i motivi politici di questa scelta, con lo scioglimento dell’Unione Sovietica e la nascita delle repubbliche indipendenti, la questione Nagorno, che fino ad allora, per forte potere centrale era stata controllata, esplode.

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Nagorno Karabakh
Una mappa della regione del Nagorno Karabakh

La regione si dichiara stato indipendente, con la speranza di potersi poi unificare alla “madrepatria” Armenia. Questo non va bene agli Azeri che fanno sentire il proprio dissenso con le armi. La situazione viene placata internazionalmente, nessuno vince, il Nagorno non può sperare di unirsi alla repubblica armena e l’Azerbaijan non può definirsi veramente in possesso di quel territorio e, come un lungo stallo alla messicana, la situazione rimane questa, con sporadici attacchi, momenti caldi e tensione crescente. 

Quello che veramente rende bollente questa situazione sono però i contendenti in gioco, più che la regione in sé. Da un lato abbiamo gli Armeni, popolo cristiano, molto cristiano (è stata una sorpresa per me scoprire che in realtà è storicamente il primo vero stato cristiano al mondo) etnicamente differente dai propri vicini, ormai unico alleato russo in quel movimentato altopiano che divide l’Europa dall’Asia e dal Medio Oriente. Dall’altro lato abbiamo gli azeri, musulmani, ma prima di tutto etnicamente turchi, facenti parte quindi di quel grandissimo stato-non stato che si estende dall’Europa, da Istanbul, fino ai confini più remoti dell’Asia, nei territori cinesi, chiamato Turkestan.

È sempre stato un sogno o se vogliamo un progetto utopico, riuscire a riunire tutti questi territori turchi sotto un’unica bandiera, quella appunto del Turkestan. C’è solo una nazione, un popolo, che rompe questa armonia etnica, che divide, seppur per pochi chilometri, la continuità territoriale turcica, e questa nazione è l’Armenia.

Non voglio entrare nei meriti delle questioni riguardanti l’ahimè triste genocidio di inizio XX secolo, né le politiche internazionali adottate nella storia e soprattutto ai giorni nostri, una cosa però è evidente; ogni centimetro di territorio, ogni singolo abitante di quella piccola striscia di terra montuosa è incredibilmente importante, non si tratta soltanto di uno screzio tra vicini.

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Autori

Paolo Calestini

Architetto di casa sia in Italia che in Repubblica Ceca. La sua passione per i viaggi spesso lo spinge in mete turistiche non convenzionali.

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