Perché non trasferirsi in Portogallo?

CRONACHE LUSITANE PARTE 1. Iniziare una nuova rubrica su un’esperienza in Portogallo parlando delle motivazioni che abbiano spinto l’autore a trasferirsi in Portogallo sembrava troppo banale. Per andare contro corrente ho quindi deciso di elencare alcuni motivi per non trasferirsi in Portogallo, nonostante i quali ho deciso di farlo.

Premesso dunque che la volontà di fare un’esperienza in Portogallo era già forte, ho a lungo cercato di capire quali potessero essere le sfide e le difficoltà che questa scelta potesse comportare.

Ricordo che nel momento di decidere cercando elementi che potessero far pendere l’ago della mia bilancia decisionale da una parte o dall’altra di avere incontrato un’articolo che mi aveva incuriosito.

Si trattava di questo:

22 Downsides to Living in Portugal ( 22 Lati negativi del Vivere in Portogallo).
Tratto dal blog Portugalist.

Ricordo di aver percorso questa lista punto per punto alla ricerca di alcuni motivi che potessero farmi credere che fosse la cosa giusta non trasferirsi in Portogallo. Essendo un blog specialistico sul Portogallo la lista non era stata ovviamente scritta con cattiveria.

Per quali motivi dunque è meglio non trasferirsi in Portogallo?

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1. La burocrazia

Da buon italiano questo punto non poteva certamente spaventarmi. File, rimbalzi e scartoffie non potevano essere un motivo che potesse farmi desistere.

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2.  Inverni freddi, grigi e umidi (in alcuni posti)

Premesso che questi non erano i posti di mio interesse, questo non era un grande ostacolo. Dopo una vita di nebbia e freddo di Milano e di intorni e qualche anno di Germania, il mite inverno portoghese non poteva scalfire la mia volontà. Questa non era una buona ragione per non trasferirsi in Portogallo.

3. È freddo dentro

Non potevo sapere a cosa si riferissero e in ogni caso avrei trovato una soluzione.

4. Fare amicizie é dura

Portugalist parla di ostacolo linguistico e di distacco tra expat e locals. Questo non mi faceva paura. Avrei imparato la lingua e stretto nuove amicizie internazionali o locali e rinsaldato quelle che già avevo.

5. Certe cose sono costose

Dopo aver viaggiato in Norvegia e in Islanda non si ha piú paura di niente. Il mio potere di acquisto non poteva essere peggiore che in quell’occasione.

6. Tasse

Queste si pagano ovunque. Anche in Germania dove lavoravo precedente un bel 35% finiva all’erario locale. Non potevano sicuramente essere un problema così grande.

7. Cultura sul posto del lavoro

Onestamente penso sia un aspetto che cambi da azienda è azienda. Generalizzare su questo punto è perlomeno esagerato.

8. Imparare la lingua portoghese é impegnativo

Amici tedeschi mi dicevano lo stesso prima di trasferirmi in Germania. Dopo 4 anni non mi scambiavano per Thomas Müller ma perlomeno sono riuscito a non farmi approcciare più in inglese. La lingua poi sarebbe forse stata la parte più stimolante di questa nuova sfida.

9. Cani

Secondo Portugalist i cani portoghesi potrebbero essere un problema perché cagano e fanno rumore. In realtà penso però si potrebbe dire lo stesso di molti esseri umani.

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10. Corruzione

Su questo non penso sia necessari troppi commenti. Non è un orgoglio ma credo che ogni paese abbia suoi problemi di questo tipo. In Italia non siamo probabilmente migliori.

11. Il ritmo lento della vita

Questo non è un punto a sfavore secondo me. A volte vivere senza troppa fretta fa bene allo spirito.

12. La mentalità del bicchiere mezzo vuoto

Anche se i portoghesi non sono le persone più ottimiste del mondo questo avrebbe potuto difficilmente impattare la mia vita nel paese. Non trasferirsi in Portogallo per questo non aveva sicuramente senso.

13. La mancanza di servizio al cliente

Questa inefficienza è oggettivamente difficile da interpretare. In ogni caso quando si è all’estero e si prova a risolvere una situazione in inglese questo succede dappertutto. Premesso che non si sia in un paese anglofono.

14. Il mercato del lavoro

Il Portogallo non è sicuramente il miglior paese per stipendi e tasso d’occupazione. Nel mio caso avrei comunque accettato di trasferirmi con in mano un’offerta di lavoro. Non avrei affrontato quindi il mercato del lavoro locale da disoccupato.

15. Le raccomandazioni nel business

Queste esistono in ogni luogo e in ogni ambito della vita. Non era certo il fatto che anche in Portogallo fosse così a farmi desistere.

16. Lo stile di guida

Non guido con costanza e non avevo intenzione di ricominciare in Portogallo. Sarei un autista peggiore dei portoghesi. Non mi sento di giudicarli.

17. Il costo della vita che aumenta

Pur aumentando, il costo della vita era comunque inferiore alle città dove ho vissuto precedentemente. Non avrei avuto alcun timore.

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18. L’ oceano freddo

Meglio avere un’oceano freddo che non averlo e dover andare a fare il bagno in un lago, altrettanto freddo.

19. Il superturismo

Questo poteva essere un problema ma sarebbe stato indubbiamente l’unico vero vantaggio del trasferirsi durante il famigerato 2020 segnato dal coronavirus.

20. Farsi consegnare le cose

Amazon Portogallo non esiste. Serve quindi fare affidamento alla filiale spagnola. Avendo però accettato il punto 11, non mi sarei lasciato persuadere dalla mancanza di Amazon Prime.

21. Il livello di rumore

Vicini rumorosi o passanti movimentati possono disturbare sono e quiete. Questo però per me era più un aspetto folkloristico che negativo. Non trasferirsi in Portogallo per qualche schiamazzo di troppo, sarebbe stato un peccato.

22. Il fumo

Premesso che si parla di tabacchi, questo non è mai stato un vero problema per me. Frequento amici e familiari che fumano, senza che questo mi molesti.

Dopo essere passato per questi punti la scelta era fatta. Avrei cambiato idea su qualcuno di questi? Non trasferirsi in Portogallo sarebbe stata la cosa giusta?

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Autore

Alan De Ambrogi

Laureato in marketing. Ama viaggiare e conoscere nuove culture. Non è ancora un bravo blogger ... ma per favore non ditegli nulla.

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