Cronache messicane, capitolo 2
Gli anni da pendolare in Lombardia e Baviera hanno temprato le mie doti di viaggiatore in mezzi pubblici affollati. Incurante della grande affluenza di gente seguo quindi Cristina dentro la metropolitana di Città del Messico. I vagoni sono stracolmi e come se non bastasse cercano di vendermi ogni sorta di oggetto. Ancora spaesato rifiuto ogni tipo di offerta:
– Vuoi un caricatore per il telefono?
– No grazie
– Vuoi un altoparlante?
– Forse un’altra volta
Al quarto tentativo riusciamo a entrare in un vagone. Stringo forte la valigia fino ad arrivare alla fermata dell’albergo, Isabel la Católica. L’albergo per fortuna è poco lontano dalla fermata. Fatto il check in, posso finalmente concedermi un pisolino di qualche ora.
Verso il Centro Storico di Città del Messico
Ricaricate le batterie, è giunto finalmente il momento di visitare il centro della città e data l’ora anche di fare uno spuntino. La cucina messicana è una delle più note a livello mondiale e le aspettative sono altissime.
Usciamo quindi dall’hotel Capital o Frida Costazul e ci dirigiamo a piedi verso le non lontane vie del centro. Davanti a me si presenta una città caotica ma non così minacciosa come molti in Europa possono pensare. In pochi minuti, realizzo di essere finito nel paradiso dello street food. Ad ogni angolo della strada ci sono bancarelle improvvisate con prelibatezze di ogni tipo. La tentazione di fiondarmi sulla prima è fortissima ma Cristina mi convince a resistere fino al centro storico.
Tacos al pastor
Una volta il centro, la scelta ricade su un piccolo ristorantino piuttosto affollato. Il posto si chiama Antojitos Gante III. Vedendo da fuori il locale penso si tratti di un kebabbaro. Fuori dal locale c’è infatti una macchina dalla quale viene raschiata della carne simile a quella dei ristoranti kebab.
– Oh guarda, anche in Messico avete il Kebab
– Non offendere per favore, questo è un tacos al pastor
Il taco al pastor consiste in carne di maiale marinata, collocata in una tortilla di mais. È senza dubbio uno dei piatti più diffusi della cucina messicana. Decido subito di ordinarne uno. Nell’attesa la mia attenzione cade sulla quantità di salse piccanti presenti al tavolo. Ci sono almeno 5 salse diverse e gli altri clienti ne riempono i loro piatti senza troppa parsimonia. Arrivato il mio taco, instintivamente prendo una delle scodelline con una delle salse piccanti. Cristina mi guarda e mi suggerisce di lasciare stare.
– Questa salsa non è adatta a voi europei, lascia stare. Se non ci credi versatene una goccia sul polso e assaggiala.
Decido di ascoltare il suo consiglio e capisco subito di non avere un livello di sopportazione del piccante adeguato. Opto dunque per una salsa più adatta alle mie capacità di sopportazione e apprezzando il taco, mi concedo pure un bis. Pagato il conto, tra l’altro molto economico per gli standard europei, siamo finalmente pronti per un bel giro turistico.

Il centro storico di Città del Messico
Finito lo spuntino, Andrea ci raggiunge e iniziamo a visitare il centro della città. Le vie del centro sono molto vive e affollatissime di persone di ogni età. Le tappe del centro sono nell’ordine il Museo del Estanquillo, l’ Alameda Central ( uno dei parchi della città) e la Piazza della Costituzione, che tutti chiamano Zócalo. Il museo non mi impressiona particolarmente mentre l’atmosfera del parco dell’Alameda mi impressiona positivamente. Nel parco c’è un po’ di tutto: famiglie con bambini, gruppi di ragazzi, persone che festeggiano la laurea, ambulanti e artisti di strada. Dopo aver fatto qualche foto di rito davanti all’Emiciclo Benito Juárez la mía attenzione viene attirata da una folla che ride a crepapelle. Ci avviciniamo incuriositi.
Emiciclo Benito Juárez Vista dal Museo del Estanquillo
I pagliacci di Città del Messico
Nel mezzo del parco ci sono dei pagliacci che intrattengono la folla. Nel mio immaginario i pagliacci erano poco più che intrattenitori per bambini. La mia aspettativa è quindi di vederli fare qualche giochino e gonfiare dei palloncini.
Dopo pochi secondi realizzo di sbagliarmi di grosso. I pagliacci iniziano una serie di battute al limite del politicamente corretto, con chiari riferimenti sessuali. Oltre a scherzare tra di loro i pagliacci coinvolgono gli spettatori, accanendosi soprattutto con chi cerca di nascondersi. Con mio stupore, tra la folla ci sono anche molti bambini che ridono di gusto alle battute a doppio senso. E io che quell’età pensavo ai Pokémon…
Il giro del centro storico di Città del Messico finisce allo Zócalo, che per l’occasione è adibito a mercato. Facciamo un giro tra le bancarelle e ci diamo appuntamento per la serata. La mia idea era quella di riunire tutti gli amici sparsi per la Città del Messico. Andrea dice di essere invitato ad una festa di un certo Pablo e che ci suggerisce di incontrarci lì.
– Presentatevi tutti insieme e dite di essere amici di Pablo
Non male la casa di uno sconosciuto per una reunión.

La serata
Muoversi la sera a Città del Messico è decisamente più complicato che di giorno. La metro è aperta fino a mezzanotte ma molti non si sentono troppo sicuri. Optiamo quindi per raggiungere la festa con Uber e l’opzione si rivela comunque a buon mercato. Attraversare la città costa intorno ai 5 euro e permette di risparmiare tempo e di viaggiare più tranquilli.
Ci diamo appuntamento con altri amici e suoniamo il campanello
– Chi cercate?
– Siamo amici di Pablo, siamo qui per la sua festa
– Pablo sono io, non vi conosco. Chi vi invitati? Dai vabbè entrate.
La casa è una villetta con una terrazza grandissima, dove sono stati adibiti un dj set, un bar e un tavolo da Beerpong. L’ ambiente è piacevole e la serata divertente.
Una delle cose che più mi stupisce è che sul banco del bar vengono servite delle patatine con una salsa che sembra essere ketchup. La combinazione è oggettivamente inusuale ma decido di provarne una manciata e sorpresa…La salsa era piccante.
Cristina mi spiega che si tratta della salsa Valentina. Famosissima salsa messicana che accompagna le patatine in busta.
Tra un po’ di cibo piccante, qualche conversazione sui vecchi tempi e 2 tiri a Beerpong la serata finisce. Andrea mi propone di andare allo stadio il giorno successivo, da buon amante dello sport accetto volentieri.
Uber ci riporta in albergo e per non farmi mancare nulla rientrando riesco anche a vedere un inseguimento tra una volante e una macchina in fuga.
Finalmente si può andare a dormire. Il mio primo giorno in Messico non è stato niente male.
Olvidaste contar de la famosa frase que te enseño Karen en esa fiesta: BESO DE TRES, BESO DE CUATRO, BESO DE X número de personas. Qué cariñosos somos los mexicanos🥰